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Adesso in Scena!

Questo testo, assolutamente originale, è stato presentato alla 7° edizione del concorso “In Punta di Penna”, e ne è uscito vincitore, le motivazioni della giuria sono quelle che seguono: “Il tema delle Violenza sulle donne viene affrontato attraverso le parole, i ricordi e le azioni di un terzetto di personaggi femminili che rappresentano diverse generazioni di un nucleo familiare. Con asciuttezza e misura i dialoghi riescono a comunicare un’atmosfera di dolore represso dovuta ad una tragica esperienza passata che rischia di ripetersi, alimentando fino all’epilogo un crescente Pathos.”

La madre da quando le è stata portata via la figlia da un atto di violenza del marito, non riesce più a vivere e ad accettare l’accaduto, si chiude in se stessa e rifiuta di uscire di casa.

Finalmente l’arrivo della nipote le ridà il sorriso, anche solo per l’organizzazione dell’incombente matrimonio tra lei e un “principe azzurro”.

Le cose non sono però così come vengono infiocchettate dalla ragazza e presto la realtà viene agalla, buttando nuovamente le donne nell’incubo e nell’orrore, questa volta però Vera non ha più intenzione di tacere e decide di agire per salvare almeno la nipote.

Le attrici metteranno in atto un’interpretazione emotiva che cercherà di trasmettere il dramma attraverso movimenti e parola.

L’approccio al testo è stato sia fisico che emozionale ed ha tentato di dare vita alle emozioni attraverso una similitudine di circostanze, giocando sul “qui ed ora” ed il ricordo di Vera .

Il volo dell'Albatros

Regia di Alessandra Bareschino

Bugia - Palace Hotel

Regia di Vito Ostuni

Piccoli crimini coniugali

Regia di Luqa Micheletti

Ci troviamo in un lussuoso albergo della Roma politica, luogo ufficialmente serio dove trovano breve alloggio le personalità politiche impegnate nelle loro attività istituzionali. Premessa molto seria, che lascia intendere che non ci troviamo di fronte a una pièce dai tratti leggeri, bensì nel pieno di una tragedia dal sapore antico. Questione di punti di vista si direbbe e in effetti la pièce è una farsa magnificamente creata ad arte da quel genio della penna, scaltra e sarcastica, di Ray Cooney. In questa farsa ci ritroviamo a scrutare un momento di vita di un noto politico, impegnato in epiche battaglie parlamentari. Ma di “epico” il nostro ha anche un'altra difficile battaglia da combattere, trascorrere una notte di fuoco con la sua amante, giovane ed avvenente funzionario della FAO. Il caso vuole però, che il nostro onorevole sia accompagnato dalla di lui moglie, donna affascinante e intelligente ma che oramai non riesce più ad avere il successo di una volta tra le lenzuola coniugali. Ciò nondimeno, nulla è perduto per il nostro eroe politico che intende avvalersi delle capacità organizzative del suo fidatissimo segretario. Figura classica del più classico portaborse di morettiana memoria. Tutto sembrerebbe possa andare a buon fine ma, l'imprevista richiesta dell'onorevole, mette in seria crisi il nostro fidato segretario, che, se è vero che è ineccepibile nell'eseguire i compiti istituzionali, non si può dire che lo sia altrettanto nell'eseguire questo fuori programma in salsa “erotica”. Il quadro umano che ne viene fuori è un quadro alla Feydeau, un albergo di lusso nel centro della capitale che si trasforma (o lo è sempre stato?) in un ridanciano albergo del libero scambio. Cooney ha scritto questa farsa usando sapientemente tutti i trucchi, i colpi di scena, gli equivoci del teatro nato per far pensare ridendo, ponendoci di fronte allo specchio dei vizi e delle ipocrisie della società che ci circonda. A far da cornice a tutto ciò, non mancano, nel vasto panorama dei personaggi ivi proposti, figure dal sapore grottesco, che danno ancor più gusto all'insieme della farsa. Come dire, sale e pepe… q.b.? No, no, sale e pepe in abbondanza!

Note di regia

Voglio innanzitutto fare una premessa fondamentale ed cioè che la preparazione delle attrici degli attori in questa pièce, parte da un concetto che non è solo teorico ma anche e soprattutto pratico, ovvero che Il corpo è una realtà psicofisica dove sono le tensioni muscolari che danno origine al sentimento. Questo è un aspetto che in generale, a prescindere dal tipo di messa in scena, dobbiamo aver sempre presente, affinché ci sia la migliore risposta professionale, volta al soddisfacimento del pubblico, che in ogni momento della rappresentazione si deve sentire emozionalmente coinvolto, come se vivesse realmente l'azione a cui le attrici e gli attori danno vita sul palcoscenico del teatro che si trasforma magicamente nel palcoscenico della vita. Per noi umili guitti “Recitare è una danza in cui corpo e voce e ritmo sono guidati dall’immaginazione, dai pensieri e dalle emozioni, nel gioco delle identità.” (Vezio Ruggieri).

Dopo aver subito un brutto incidente domestico Gino torna a casa dall’ospedale completamente privo di memoria, ragiona ma non ricorda, non riconosce più neppure la moglie Lisa, che tenta di ricostruire la loro vita di coppia tassello dopo tassello cercando di oscurarne le ombre. Via via che si riportano alla luce informazioni dimenticate si manifestano delle crepe: sono molte le cose che cominciano a non tornare. Misteri di un giallo coniugale in cui la verità non è mai ciò che sembra, dove la memoria ,la menzogna e la violenza vengono completamente riviste per assumere dei significati nuovi, inaspettatamente vivificanti.

La prima versione di questo spettacolo è stata ideata come parte di un ciclo di rappresentazioni pensate per essere proposte al di fuori dei teatri, in contesti che prevedessero un publico occasionale, grazie anche alla scelta di utilizzare una scenografia scarna, dando poco spazio alla descrizione, elementi di arredamento minimali, pochi oggetti di scena (solo quelli effettivamente utilizzati), uniformità cromatica, ricercando l'essenzialità e la funzionalità, così da permettere agli spettatori di vedere il proprio Virginian.

Lo studio e la ricerca emozionale ha portato alla realizzazione di uno spettacolo ricco di pathos, versatile, ma allo stesso tempo magico sotto le luci di un teatro soprattutto dopo l'inserimento di canzoni swing e musica dal vivo suonata sui tasti del pianoforte.

Il Virginian

Regia di Alessandra Bareschino

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